La straordinaria esperienza della dottoressa Mariacristina Campanini

1 Gennaio 2021

Il motto di Aiutility? Spartire per gioire!

Tutto è iniziato nel marzo ‘20, in piena pandemia, quando Mariacristina Cam- panini, medico di base, ha capito che non bastava dare un generico aiuto a persone in difficoltà: da parte di tante famiglie, «La fame era un’altra» – dice la dottoressa – occorrevano cibo e aiuti concreti, per alleviare i loro bisogni primari. Così, con una semplice mail intitolata “per piacere”, inviata a pazienti e conoscenti, la dottoressa ha ben presto istituito una raccolta spontanea e volontaria per un banco alimentare. Nei mesi le adesioni sono state tante, e Mariacristina ha creato la chat Aiutility (pagina Fb e Instagram), che at- tualmente coinvolge circa una set- tantina di persone attive.
Ma l’iniziativa ha ben presto “fatto rete” anche con altre associazioni di volontariato. Alimenti non deperibili, con la collaborazione della sua «santa segretaria», come la chiama lei, cominciavano a es- sere stoccati in gran quantità in uno spazio del suo studio di viale Sabotino, e ceste di cibo comincia- vano a essere portate direttamente dai volontari della onlus – che era ormai nata ufficialmente – alle famiglie in difficoltà, segnalate principalmente dalle liste del Municipio 5 e degli enti collegati con i quali poi si è creata una stretta collaborazione («Il nostro fornitore ufficiale di “disgrazie” – dice con ironia la dottoressa – è don Giovanni delle Parrocchie San Barnaba e Maria Madre della Chiesa al Gratosoglio, che è bravissimo, come tutti sanno; ma anche segnalazioni dai City Angels, anche perché abbiamo una linea che si occupa di fornire abbigliamento, scarpe»).

Il cibo viene distribuito dai volon- tari due volte a settimana e copre attualmente il fabbisogno di ben più di un centinaio di famiglie, uno spaccato della città che soffre. Secondo il Comune di Milano, questa emergenza ha portato sotto la soglia di povertà oltre 18mila famiglie.

«Noi ci siamo molto indirizzati sulle comunità e case famiglia di zona 5, come l’Associazione Ciao, L’Impronta, la Comunità Oklahoma...», spiega la dottoressa: «in tutti i fine settimana di dicembre abbiamo garantito loro un pasto particolare, che è stato realizzato dal cuoco del Bislunga, il Bistrot dell’As Rugby di Novegro, chiusa per il lockdown e che quindi era in difficoltà. In fondo il concetto di “aiutility” è proprio quello di essere di reciproca utilità. Perché non aiutarci? Il bravissimo cuoco del Bislunga (inglese, in Italia da vent’anni e parla come Don Lurio, simpaticissimo) ci propone il “raviolo in progress”? Bene, noi lo aiutiamo raccogliendo fondi per farglielo realizzare, affinché almeno durante il week end quelle comunità abbiano un pranzo super, un po’ diverso, di cose molto buone, pasta fatta in casa, ragù eccellente...». Un circolo virtuoso.

«Siamo partiti con un entusiasmo pazzesco, pur senza conoscerci – racconta Campanini –. Quelli del gruppo però li conosco tutti, e sono il cuore di Aiutility, una chat assolutamente “improbabile”, dove fioccano messaggi “a manetta”... È stata ed è, un’esperienza bellissima. Siamo tutte persone diverse per storie, ma con un obiettivo comune, che ci ha legato tantissimo. E non ci siamo fermati neanche in estate. Allora abbiamo deciso, “strutturiamoci”: da lì è nata la onlus (Associazione Aiutility Onlus), un modo per “complicarci un po’ la vita”, perché ci sono più regole. Ma che in realtà serve a semplificare la richiesta di fondi, tutelarci, darci un minimo di struttura».

A coordinare questo insieme, molto sfaccettato, di associazioni che via via si sono aggregate, è sempre lei, “la doc”, come la chiamano in chat e che, oltre a coordinare, sa anche molto bene decen- trare. «All’inizio – continua la dottoressa – durante il primo lockdown, quando non c’era possibilità di movimento e per aiutare le persone dovevamo trasportare cose, c’era il rischio di essere multati, allora abbiamo deciso di occuparci noi della logistica di accumulo delle derrate e poi di trovare qualcuno che le potesse distribuire; quindi abbiamo scoperto che Arci faceva questo lavoro, nella figura di Cecilia Strada e del gruppo AiutArci dei circoli di aiuto solidale Gps di Milano (www.arcimilano.it). Con la loro collaborazione, anche noi abbiamo poi creato un gruppo di consegna spesa. Insomma, così è partito il tutto. E il mio studio è diventato una sorta di bric-à-brac, un suk».

Ad aiutarla nello stoccaggio e non solo, oltre alla sua «santa segretaria», anche il portinaio cingalese: «Che ha sposato la causa e ha detto: “questa è la mia occasione per ringraziare l’Italia che mi ha accolto”. Succedono un po’ di “magie” quando si agisce per il bene comune – ne è certa Mariacristina – e succedono da sole, senza cercarle. Per cui a metà giornata, quando lui ha l’intervallo, co- mincia a guardare dove sono le offerte e poi la sera, una volta chiusa la portineria, parte con la sua auto e va a ritirarle, in modo da poter garantire una qualità buona di quel che si prende. Infatti a volte si riceve, ma a volte si compra, se ci sono necessità impellenti (es.: servono sottilette per i panini ai senzatetto, andiamo a comperarle...)».

Esiste quindi un fondo dove si possono fare donazioni: «Sì, perché da settembre abbiamo aperto un conto corrente. E lì vanno i soldi delle vendite dei nostri gadget: abbiamo sviluppato una linea di produzione di mascherine protettive (a offerta libera) fatte a mano da partecipanti del gruppo. Poi, tutto ciò che si vende si tramuta in cibo per adulti, bam- bini, animali domestici, prodotti di igiene personale e per la casa: sono calamite, magliette, piccoli oggetti in polvere di ceramica bellissimi, realizzati da una coppia di giovani senza lavoro e senza casa (con un cane al seguito), a cui abbiamo dato una mano a trovare un’ubicazione... Insomma un po’ di oggettistica con il nostro brand. E poi, sul conto corrente, arrivano le offerte!».

I volontari di Aiutility sono gioiosamente noti come “quelli della doc”. «All’inizio, in soli due mesi, la cooperazione con associazioni o gruppi solidali si è espansa e le nostre “amicizie solidali” sono cresciute molto. E poi ci sono amici straordinari e “di parte”, come la consigliera del Mu5 Angela Lanzi, che di recente ci ha recuperato 10 tablet ricondizionati... Le persone di Aiutility sono davvero tutta bella gente. Chi collabora come esercente, spinto dal desiderio di agire bene, guadagna anche visi- bilità sui media: mi riferisco a negozianti come Antonella la cartolaia di via Meda, molto disponibile, ma anche a Lia pasticcera e ai panettieri Tucano e Galantino, che sono davvero sempre presenti,

inoltre a piccoli artigiani come sarte, idraulici...; chi partecipa come donatore è gratificato dalla trasparenza del sistema; chi riceve non deve chiedere». Tra gli obiettivi della onlus c’è anche quello di promuovere la riduzione dello spreco, con l’utilizzo di prodotti di qualità invenduti che andrebbero buttati. «Recuperiamo ad esempio cibo da produttori artigianali (panettieri...), commercianti (ristoranti, grande distribuzione alimentare...), anche cibi semifreschi da consegnare entro 24/48 ore».

Infine, per non dimenticare proprio nulla, il volonta- riato di Aiutility contempla anche la donazione di attività educative. «Abbiamo due persone che vanno a insegnare a leggere e scrivere alle mamme detenute dell’associazione Ciao – conclude la dotto- ressa – in modo che possano un pochino essere alfabetizzate. Ma organizziamo anche incontri e feste a tema: a Natale e alla Befana, siamo riusciti a portare i giochi ai bambini nelle case famiglia... Poi ci sono diversi sottogruppi: “aiutan-sfert” per portare le cose alle comunità quando queste non possono venire a prenderle; “aiutor-dine”, quando nel box c’è delirio; ci sono le “manine sarte” che fanno tanti bei lavori...», piccoli sotto- gruppi di aiutility web, tutti molto utili.

Potremmo continuare all’infinito.
E tutto questo grazie all’iniziativa di una donna medico straordinaria, di una simpatia travolgente e dalle energie inesauribili. Che dire di più? Complimenti Mariacristina!
(Per info: Aiutility - pagina Fb e Instagram)

Giovanna Tettamanzi

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